Stati Uniti, Inghilterra, Francia, Danimarca, Brasile, Irlanda, Canada, Ecuador e altri paesi hanno avuto per decenni - o ancora possiedono - un ufficio dedicato agli UFO.
Di Pablo Ayo
Esiste realmente un insabbiamento mondiale sugli UFO? Possibile che i governi sappiano di una presenza extraterrestre sul nostro pianeta e tacciano? In realtà il discorso non è così semplice. Grazie a documenti declassificati e a rivelazioni di ex militari e elementi dei servizi segreti, emerge uno scenario abbastanza complesso. Sembra che anche i politici in verità sappiano poco o niente del problema UFO, a meno che, per stretta necessità operativa, non vadano informati. A gestire il problema degli extraterrestri, secondo alcune teorie, sarebbe un influente e ristretto gruppo internazionale di stampo massonico, in cui militano politici di alto livello, banchieri, industriali, scienziati, militari di alto grado e figure chiave dei servizi segreti. In questo scenario, non confermato ma suggerito come possibile da fonti attendibili e da diversi studi, tale gruppo (talvolta identificato con la sigla MJ-12) agirebbe sfruttando fondi neri e risorse non documentabili per attivare dei sottogruppi di personale sia civile che militare, preparato in segreto a gestire diverse mansioni a livello internazionale.
Una delle direttive che alcuni esponenti del MJ-12 darebbero ai loro sottoposti, spesso senza informarli del perché, è di creare un ufficio governativo che studi gli UFO, prendendo nota e archiviando la maggior parte di avvistamenti e di incontri ravvicinati. In tal modo il gruppo Top Secret potrebbe contare su di una fitta rete che rilevi ogni attività UFO a livello internazionale. A conforto di questa teoria, di recente è emerso che quasi tutti i paesi industrializzati hanno avuto - o ancora possiedono - un ufficio di questo genere, rimasto magari segreto per decenni. Nel marzo del 2007 l’Adnkronos titolò: «UFO, la Francia svela i suoi segreti - Dopo trent’anni i dossier sul web - Sono 1.600 casi, il 28% dei quali inspiegabile, studiati dal Geipan, struttura del Centro nazionale per gli studi spaziali francesi», mentre la stessa agenzia di stampa nel gennaio del 2009 scrisse: «Anche la Danimarca apre i suoi archivi segreti sugli UFO - L’Aeronautica Danese si unisce alla lunga lista di enti governativi e militari mondiali, che hanno deciso di rendere pubblico il materiale riguardante le segnalazione UFO. Dopo Inghilterra, Francia, Irlanda, Stati Uniti ed Ecuador, quest’ultimo stato ha addirittura realizzato dei veri e proprio documentari video resi pubblici su Youtube, sono ora disponibili 325 pagine di rapporti con oltre 200 casi occorsi tra il 1978 e il 2002, tutt’ora inspiegati dai militari danesi».
Nel febbraio 2009 l’Ansa titolò: «Anche il Canada apre i suoi archivi UFO - Il Canada rilascia un totale di 9.500 documenti digitalizzati di segnalazioni ufficiali dal 1947 ai primi anni ‘80. Negli ultimi anni sono molti i paesi che hanno deciso di rendere pubblici rapporti e documenti ufficiali su presunti avvistamenti UFO, tanto che oggi sembrano più anti-conformiste quelle nazioni che non si sono ancora decise a compiere questo passo di trasparenza». Insomma, non solo buona parte dei paesi industrializzati sta rendendo noto che per anni hanno studiato il fenomeno UFO, ma addirittura derubricano e rendono fruibile al pubblico una parte dei loro dossier, per l’esattezza quelli più datati e che non riguardano la sicurezza nazionale.
«Negli ultimi anni sono molti i paesi che hanno deciso di rendere pubblici rapporti e documenti ufficiali su presunti avvistamenti UFO, tanto che oggi sembrano più anti-conformiste quelle nazioni che non si sono ancora decise a compiere questo passo di trasparenza».
Di recente, persino l’Italia ha aderito, seppur modestamente e con discrezione, alla nuova “tendenza” - o direttiva NATO? - di derubricazione degli archivi UFO. Un lancio Adnkronos del 2009 così titolava: «UFO: l’aeronautica italiana non esclude che siano extraterrestri». Per un motivo non meglio precisato, con un sincronismo perfetto e lievemente inquietante, sembra che tutte le nazioni del Patto Atlantico stiano derubricando e rendendo di pubblico dominio parte dei loro dossier, stilati con pazienza nel corso degli ultimi 50, 60 o 70 anni. Una mossa del genere da parte delle maggiori potenze internazionali è una implicita ammissione che le ricerche sui dischi volanti e le intelligenze aliene continuano tutt’ora e che hanno interessato, o interessano ancora, la sicurezza nazionale.
I sottogruppi del MJ-12
Secondo i maggiori studiosi UFO internazionali, al di sotto del gruppo internazionale MJ-12 che gestisce in gran segreto il problema UFO, esisterebbero molti sottogruppi. Ci sarebbe una sezione preposta al recupero e al trasporto di eventuali dischi volanti precipitati in basi sicure, alla cattura di entità extraterrestri e al ritrovamento e messa in sicurezza di tecnologia aliena, mentre un altro gruppo si preoccuperebbe di far sparire le prove e intimidire i testimoni. Un'altra unità ancora, composta soprattutto da scienziati, tecnici e informatici, lavorerebbe in basi segrete ai resti di dischi volanti e di altri manufatti tecnologici alieni per cercare di capirne i principi fisici. Le scoperte scientifiche più interessanti finirebbero per essere messe in pratica all’interno di un programma spaziale segreto, simile a quello della NASA ma avanti di almeno 200 anni rispetto alla tecnologia attuale. Una sezione particolare invece si incaricherebbe di sfruttare la tecnologia meno utile o ormai “vecchia” per i loro standard, sfruttandola economicamente con brevetti e apparati tecnologici da mettere in commercio, dato che a noi sembrano innovativi. Come cellulari e tablet, per esempio.
Italia: l’interrogazione parlamentare sugli UFO
In Italia gli UFO sono arrivati persino in Parlamento, grazie a una interrogazione parlamentare presentata il 20 dicembre 2012 alla Camera dei Deputati da Giuseppe Vatinno e Francesco Barbato dell’Italia dei Valori. Il testo chiedeva chiarimenti sulla strategia di studio degli oggetti non identificati in Italia, in particolare al Ministro della Difesa e al Ministro degli Esteri fu chiesto di precisare «se l’Italia disponga e dove di eventuali strutture delle Forze armate o di altri Corpi dello Stato dediti allo studio del fenomeno ufologico, se siano stati prodotti documenti e relazioni riservati in ambito nazionale o NATO, se infine in Italia si possa prevedere la creazione di una struttura dedicata munita dei requisiti di trasparenza pubblica». Le domande presentate nell’interrogazione di Vatinno e Barbato ad oggi non hanno ricevuto ancora nessuna risposta ufficiale.
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